
Quella mattina, Beltory, con il suo sole splendente e gli alberi in fiore, sembrava un luogo incantato. I mandorli e i biancospini, con i loro piccoli fiori bianchi e striature delicate, illuminavano i sentieri di una luce soffusa. Sulla collina, i ciliegi in fiore formavano un manto rosa, e ogni tanto un petalo svolazzava nell’aria, portato via dal vento verso chissà quale destino. La primavera si faceva strada timidamente.
Oltre la collina, il paesaggio si apriva in una vasta pianura. I campi di lavanda e camomilla si estendevano a perdita d’occhio, oscillando dolcemente sotto la carezza del vento. Qua e là spuntavano papaveri rossi, come pennellate di colore su una tela. Le api ronzavano intorno ai fiori, raccogliendo il nettare per trasformarlo in miele. Il cielo sopra era di un azzurro intenso, con qualche nuvola bianca che galleggiava pigramente. Era una giornata perfetta, che prometteva l’inizio di una nuova stagione.
Miss G.C. Book, con le finestre aperte e il venticello che carezzava le tende merlettate, si preparava per la giornata. Indossò un abito chiaro con un collo alto lavorato ai lati, un merletto centrale e manicotti in macramè a righe verdine. Le forcine nei capelli ricci e bianchi scomposti aggiungevano un tocco di grazia. La crema alle rose, creata da lei ed Elizabeth, donava freschezza al suo viso. Gli occhiali tondi e il piccolo orologio a cipolla nel taschino completavano il suo abbigliamento.
Ogni mattina, quella routine la faceva sentire bene, come se fosse il suo costante benessere. Intanto, Red, il pettirosso, cantava sul davanzale.
Miss G.C. Book, con la sua eleganza e grazia, scese in salotto e fece tintinnare la campanella. Elizabeth, la fedele cameriera, arrivò prontamente. «Buongiorno, Signora. Cosa le porto stamattina?» chiese Elizabeth con un sorriso.
«Buongiorno, Cara. Del tè alla menta e i biscotti al miele, grazie», rispose con gentilezza. Si accomodò nella poltrona, osservando il sole che filtrava attraverso le tende merlettate.
Dopo poco, l’aroma del tè riempiva l’aria, mescolandosi con il profumo dei fiori proveniente dalla finestra aperta.
Prese il giornale e iniziò a sfogliarlo, leggendo le ultime notizie e gli eventi locali. Red, il pettirosso, continuava a cantare sul davanzale, la sua melodia era come una dolce sinfonia che dava il benvenuto a un nuovo giorno. Miss G.C. Book sorrise, apprezzando la bellezza e la tranquillità del momento.
Ma d’improvviso un rumore molesto arrivò dalla cucina.
“Crash” qualcosa era rotolato al suolo. Subito dopo sentì Maggie che inveiva contro Elizabeth e come al solito la cameriera che si scusava.
Succedeva sempre qualcosa a Casa Book e ormai non ci faceva nemmeno più caso.
Dopo poco arrivò Elizabeth trafelata che le servì la colazione.
«Cosa è successo?» chiese ripiegando il giornale.
«Oh, Signora la sua tazza preferita, si è rotta! È caduta malauguratamente al suolo. Questo è un pessimo presagio!» disse con voce sostenuta concludendo il suo lavoro.
«Non preoccuparti, Elizabeth,» rispose con un sorriso rassicurante. «Le tazze si possono rompere, ma non credo che sia un cattivo presagio. Sono solo cose che succedono.»
Elizabeth sembrò sollevata dalle parole di Miss Book. «Grazie, Signora. Farò del mio meglio per riparare la tazza o trovarne una nuova che le piaccia.»
La donna annuì, apprezzando la dedizione di Elizabeth. Poi, si concentrò sulla sua colazione, gustando ogni boccone mentre il sole del mattino illuminava la stanza e Red continuava a cantare dolcemente sul davanzale.
La vita a Casa Book era piena di piccole avventure e sorprese, ma era proprio questo che la rendeva così speciale. E nonostante i piccoli contrattempi, Miss Book non avrebbe voluto essere da nessun’altra parte.
Concluse lentamente la sua colazione, si alzò per prepararsi a uscire. Aveva in mente di fare una passeggiata lungo i sentieri tra i cottage.
Indossò il cappellino e prese il suo parapioggia con il manico intagliato a forma di tazzina. Elizabeth l’aiutò a mettersi il soprabito e uscì all’esterno nella tiepida brezza primaverile.
L’aria era accogliente e vibrava attraverso le foglie in piena fioritura. Mentre camminava incontrò i suoi due gatti lungo il sentiero, sorrise. Uno di essi, si avvicinò, si fermò ai suoi piedi e si mise a fare le fusa, cercando coccole. L’altro gatto, un felino nero, osservava da lontano, la coda a forma di uncino.
Miss Book si chinò e accarezzò entrambi, sentendo il calore dei loro corpi contro la mano. Erano i suoi compagni silenziosi, sempre presenti durante le sue passeggiate.
Continuando a camminare per una buona mezz’ora, la donna arrivò al “Cottage della Lavanda”. Vide qualcuno all’esterno, disperato. Si avvicinò lentamente e la riconobbe.
«Buongiorno Mrs. Chapman, cosa vi turba in questa splendida giornata?» chiese gentilmente.
La donna la guardò e cercò di acconciare i capelli bianchi. Era una donna con una stazza massiccia e i capelli corti ricci acconciati con forcine.
«Oh Miss Book, è il cielo che la porta qui! La ricetta segreta di famiglia, quella dei miei rinomati scones al lampone, è sparita misteriosamente proprio alla vigilia del concorso annuale dei miglior scones della Contea.» disse triste.
Miss Book, con la sua naturale curiosità e spirito investigativo, si offrì di aiutare Mrs. Chapman a risolvere il mistero della ricetta scomparsa. Iniziò così un nuovo caso per la nostra detective culinaria. Fece qualche domanda su chi avesse accesso alla ricetta e se qualcuno potesse avere un motivo per rubarla.
Esaminò attentamente la scena: il cottage, la cucina e gli scaffali.
Chiese a Mrs. Chapman mentre sorseggiavano un tè al biancospino di descrivere gli eventi della vigilia della preparazione e se avesse notato qualcosa di insolito.
Miss G.C. Book sapeva che ogni dettaglio poteva essere importante. Si mise all’opera, cercando indizi e seguendo le tracce. «Non si preoccupi, riuscirò a trovarla per tempo,» promise a Mrs. Chapman, determinata a recuperare la preziosa ricetta e restituire la sua fama culinaria. L’indomani ci sarebbe stata la gara, e la pressione era alta. «Sono nelle vostre mani, cara Catharine,» disse Mrs. Chapman, stringendole le mani, prima di tornare all’interno del cottage.
Si mise all’opera. Il primo indizio lo trovò fra i cespugli del giardino: un fazzoletto con ricamata un’iniziale “G”. Capì che apparteneva a Mr. Goffrè, il giardiniere del Cottage, noto per la sua gelosia nei confronti del marito di Mrs Chapman. Un sospetto interessante.
Miss Book esaminò attentamente il fazzoletto e andò a parlare direttamente con Mr. Goffrè, trovandolo sul retro del Cottage.
«Buongiorno Mr. Goffrè, come sta?» chiese gentilmente.
Lui, mentre rastrellava, rispose: «Bene Miss, grazie.»
Miss Book continuò: «Per caso stamattina ha visto passare qualcuno qui nei dintorni?»
L’uomo scosse il capo, taciturno e burbero. Ma poi l’occhio di Miss Book cadde su un altro fazzoletto con la stessa iniziale, che conteneva il pranzo. Che fosse stato lui?
L’uomo seguì il suo sguardo e aggiunse subito: «È passata mia moglie stamattina e mi ha portato il pranzo.»
Capì, quindi, la donna lasciò che lui tornasse al suo lavoro.
Si avviò verso il Cottage del giardiniere e arrivò poco dopo. Mrs. Ava Goffrè stava stendendo i panni. Quando Miss Book la salutò, notò che la signora sembrava sorpresa nel vederla. Decise di iniziare la conversazione con gentilezza:
«Buongiorno Mrs. Goffrè, come sta?» chiese cortesemente.
Ava si stranì, forse non si aspettava la sua visita. Miss Book continuò a osservarla attentamente, cercando di cogliere qualsiasi segno di nervosismo o inquietudine. Era una donna con una storia interessante, e Miss Book sperava di scoprire qualcosa di utile per risolvere il mistero.
Mrs. Goffrè esitò, poi rispose: «Oh, Miss Book, non mi aspettavo la vostra visita. Sono solo un’umile donna di campagna, non ho nulla di interessante da raccontare.»
Ma Miss Book aveva fiutato qualcosa. Ava aveva un passato, e forse c’era più di quanto sembrasse. Decise di scavare più a fondo:
«Mrs. Goffrè, ho sentito vostro marito poco fa e ha detto che siete andata questa mattina a casa di Mrs. Chapman.»
Ava abbassò lo sguardo, e per un istante, Miss Book intravide un’ombra di rimpianto nei suoi occhi. Prese il fazzoletto dalla tasca e glielo porse. Lei lo prese e singhiozzò lentamente. Dalla tasca estrasse una ricetta. La ricetta scomparsa.
«Mi dispiace» farfugliò con la testa abbassata.
«Perché l’avete fatto?» chiese Miss Book, prendendo la ricetta e ripiegandola.
«Sapete, ogni anno vince sempre lei», alzò lo sguardo, mortificata e arrabbiata. «Abbiamo bisogno di quei soldi, capite? La casa cade a pezzi e la nostra Bessie ha bisogno di nuove medicine.»
Miss Book rimase in silenzio per un momento, guardando Ava Goffrè con occhi compassionevoli. Comprendeva la disperazione e la difficoltà della situazione. Ava aveva agito per amore e necessità, ma ora doveva affrontare le conseguenze delle sue azioni.
«Mrs. Goffrè», disse Miss Book, «capisco la vostra situazione. La vostra famiglia ha bisogno di aiuto, e la tentazione di vincere quel concorso è forte. Tuttavia, rubare la ricetta non era la soluzione.»
Ava annuì, le lacrime scendevano lungo le guance. «Mi dispiace, Miss Book. Non volevo far del male a nessuno.»
Miss Book annuì. «Restituirò questa ricetta a Mrs. Chapman e le spiegherò la vostra situazione. Forse potrete trovare un accordo. E quanto alla casa e alle medicine, cercheremo una soluzione insieme.»
Ava si asciugò gli occhi. «Grazie. Siete una persona di cuore.»
Miss Book sorrise. «Ogni problema ha una soluzione, Mrs. Goffrè.»
La gara degli scones, il giorno dopo, fu vinta da Mrs. Chapman, che, essendo una donna di buon cuore, donò tutto alla famiglia Goffrè. Insieme diventarono buoni amici. Dopo la generosità di Mrs. Chapman, le famiglie Goffrè e Chapman iniziarono a collaborare e sostenersi a vicenda. Mr. Goffrè si rivelò un abile giardiniere, e Mr. Chapman condivideva con lui le sue conoscenze. La loro amicizia fiorì, trasformando il loro rapporto in qualcosa di speciale. Mrs. Chapman divenne una figura materna per la piccola Bessie, insegnandole a cucinare gli scones e raccontandole storie. Bessie, a sua volta, portava gioia e vitalità nella vita di Mrs. Chapman, rendendo i suoi giorni più luminosi.
Con il passare del tempo, la casa dei Goffrè fu restaurata grazie alla collaborazione di tutti. Il concorso annuale degli scones divenne un evento di celebrazione e amicizia, dove le famiglie condividevano le loro ricette e si sostenevano a vicenda.
Miss Book, seduta sulla collina a uno dei tavolini in ferro battuto, osservava il panorama. La gara degli scones si era conclusa da poco, e anche stavolta aveva risolto uno dei casi della piccola contea. Felice di essere stata utile e di aver portato buoni consigli agli abitanti, sorseggiò il suo tè al fianco di Mr. Hamilton.
«Anche stavolta avete risolto un piccolo e dolce caso», disse l’uomo, osservando il paesaggio sconfinato delle campagne inglesi.
Il paesaggio si estendeva a perdita d’occhio, una sinfonia di colori e forme che danzava sotto il cielo azzurro. Le campagne inglesi si dispiegavano come un tappeto verde, punteggiato da alberi secolari e recinti di pietra. I campi ondulavano dolcemente, come le onde di un mare calmo, e le coltivazioni si alternavano: lavanda, pascoli verdi con pecore che pascolavano, e camomilla selvatica che catturava l’attenzione con i suoi colori vivaci.
In lontananza, si stagliavano i tetti di vecchie case di campagna, con i loro camini fumanti e i giardini curati. I sentieri si snodavano tra i campi, circondati da siepi di rovi e muretti di pietra, e ogni tanto passava un vecchio trattore o una bicicletta con un cesto di fiori.
L’aria era fresca e profumata, con note di erba appena tagliata, fiori di campo e legno umido. Gli uccelli cantavano nelle siepi, e il suono del vento tra le foglie degli alberi creava una melodia rilassante.
Miss GC Book si sentiva in pace, seduta sulla collina, osservando Beltory che si muoveva lentamente intorno a loro. Era un luogo dove il tempo sembrava rallentare, e ogni dettaglio aveva la sua bellezza.
«Ogni cosa prima o poi ritorna al suo posto,» disse a fil di labbra, assaporando quella sensazione di benessere. Era come se il mondo avesse un equilibrio nascosto, un modo di ricondurre ogni frammento alla sua giusta posizione. La collina, il tè, la compagnia di Mr. Hamilton, tutto sembrava in armonia. Miss Book si sentiva parte di quel ritorno al posto giusto, come una tessera di un puzzle che finalmente si incastrava.

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